Matteo Garrone: «Ragazzi non fatevi istituzionalizzare, cercate di restare semplici»

“Se avrete successo, cosa che vi auguro, non vi fate istituzionalizzare ma cercate sempre di rimanere semplici e dentro l’opera, perché alla fine quello che ci rende felice è fare film”. Circa 300 giovani, tra aspiranti attori, registi e autori hanno riempito il cinema Aequa di Vico Equense per l’incontro con Matteo Garrone, super ospite della 14ma edizione del Social World Film Festival.
Fresco vincitore di numerosi premi tra David di Donatello, Nastri d’Argento e Globi d’Oro per “Io capitano“ ha raccontato alla platea la sua carriera a partire da un cortometraggio, “Silhouette” realizzato quando aveva 26 anni autoproducendosi. “Quando ho iniziato a fare cinema tante volte i miei film venivano ignorati, cercavo di non prendermela allora e cerco adesso di avere un rapporto molto pacato quando vinco qualche premio. I riconoscimenti servono per aiutare a dare visibilità al film. Se non arrivano bisogna accettare il giudizio”.
In serata ha incontrato il pubblico nell’Arena Fellini per introdurre la proiezione di “Io capitano” che è stato decretato il film sociale dell’anno nel festival diretto da Giuseppe Alessio Nuzzo.



Napoli nel Cinema gli ha chiesto il rapporto umano e professionale con la città e Matteo Garrone pareva non aspettasse altra domanda, e come un fiume in piena ci ha detto: “Innanzitutto il mio legame con Napoli è familiare: mia nonna era napoletana e io sono cresciuto con lei. La madre di mio figlio è napoletana e quindi lui per metà è napoletano. Io mi sento a casa quando sto a Napoli. A parte la forza visiva, c’è la forza delle persone che incontri che a loro modo sono già personaggi…Fellini non a caso veniva sempre a fare i casting a Napoli.
Proprio perché è una città così ricca di suggestioni, è anche difficile da raccontare cinematograficamente perché hai talmente tante suggestioni che devi fare un po’ di ordine…è come se cucinando metti troppi sapori e poi alla fine perdi l’essenza…quindi quando giro a Napoli cerco sempre di fare un lavoro di sottrazione, cerco di capire quali sono le cose più giuste per il lavoro che sto facendo e cerco di contenere la mia ispirazione in un ambito adeguato che non la faccia disperdere, confondere.
Ho girato spesso in questo luogo un po’ metafisico che è la zona del Villaggio Coppola, a Castel Volturno: ‘L’imbalsamatore’, ‘Gomorra‘, ‘Dogman‘ sono stati fatti lì…è un luogo dove tutto può accadere, un vero e proprio set naturale. Poi ho girato ‘Reality’ proprio a Napoli: per me era un racconto che si ricollegava alle commedie di Eduardo e quindi volevo una Napoli più calda, più popolare. Questa città per me è una continua fonte di ispirazione, è sempre una gioia lavorarci…spero di tornare al più presto a girare a Napoli.“
Una giornata intera, anche a passeggio tra le strade della città della Costiera Sorrentina, durante la quale sempre sorridente si è prestato alla folla di ragazzi visibilmente emozionata che gli ha chiesto un selfie o un autografo.
