“Diario napoletano” – un documentario del 1992 di Francesco Rosi
Nel 1992 Francesco Rosi, per RaI Tre, ha girato DIARIO NAPOLETANO, un documentario che, a trent’anni da “Le mani sulla città” cerca, attraverso testimonianze e immagini, di verificare lo stato della città alle falde del Vesuvio, di un territorio frutto di quella devastazione cominciata durante il boom economico e proseguita senza interruzione.
Nel libro “Io lo chiamo cinematografo“, conversazione con Giuseppe Tornatore, edito da Mondadori, il regista partenopeo, a proposito di questo suo, unico, lavoro documentaristico, dice:
L’imperfezione e l’incompiutezza non mi hanno mai messo paura. Certe volte bisogna lasciarsi andare, avere fiducia più nel contenuto che nella forma…é con questo spirito che ho fatto “Diario napoletano”, una specie di documentario.
Diciamo che é stato come un esercizio di alleggerimento. Prima non avevo mai fatto documentari. Non li amo. Sembrerà strano. Quando ho dei personaggi mi piace raccontarne la vita.
Il direttore di Rai Tre dell’epoca, Angelo Guglielmi, mi chiamò e mi disse “Perché non fai un documentario per noi? Hai già un’idea?”. Gli dissi: “Potrei raccontare ciò che oggi é d’interesse sociale, potrei raccontare Napoli”.
Ebbi l’idea di estrarre dai miei film girati a Napoli alcune scene, nelle quali il pubblico potesse individuare le ragioni dei miei scopi. Infatti, da “Lucky Luciano” c’é l’arrivo degli americani, e il club nel quale familiarizzano con le ragazze napoletane.
Scelsi uno stile che fosse anche abbastanza avvincente. Non c’é pesantezza. Nemmeno nella prima parte, in cui intervengono architetti, professori. Parlano di temi importanti, che corrispondono alla verità.
Napoli é considerata una città particolare. Lo é. C’é un modo di viverla che accomuna le persone colte ai popolani. Un modo di prendere la vita, non dico con leggerezza, ma con un senso di fatalità, con una mancanza di drammaticità.
Quando torno a Napoli mi piace andare nei vicoli. Intorno a Santa Chiara, al Gesù Nuovo…é la Napoli rinascimentale, la Napoli che reca ancora le tracce della sua Storia antica. Mi piacerebbe fare un film sulla vicenda del cardinale Ruffo.
“Diario napoletano” é un misto di amore, di delusione, di preoccupazione e anche di dolore.
Una città come Napoli, con la sua storia lunghissima, antichissima, con le varie culture che ha conosciuto e su cui si é formata, non é facile da raccontare.