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Antonio Capuano presenta “Vito e gli altri” per La festa dei folli a Nola, giovedì 6 febbraio

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Giovedì 6 febbraio La festa dei folli a Nola

Aspettando “Primo Piano” il cineforum 2025

un ritorno speciale:

Antonio Capuano e “Vito e gli altri

Giovedì 6 febbraio alle 20:00, la festa dei folli, a distanza di 21 anni, accoglie il ritorno del Maestro Antonio Capuano con la proiezione di VITO E GLI ALTRI, presso la Multisala Savoia. Il film, dopo la presentazione a Roma, il 24 ottobre scorso, in Alice nella città, arriva a Nola, per la prima volta in Campania, nella sua versione restaurata in 4K realizzata da Cinecittà. Un’opera di rara potenza visiva e narrativa, VITO E GLI ALTRI segna l’esordio alla regia di Capuano nel 1991, dando il via alla sua straordinaria carriera e contribuendo alla nascita di una nuova onda del cinema partenopeo, che negli anni successivi avrebbe conquistato la scena non solo nazionale.

Presentato e premiato all’ottava Settimana Internazionale della Critica di Venezia, il film valse a Capuano il Nastro d’Argento come miglior regista esordiente. Un’opera audace, che offre uno sguardo crudo e autentico su Napoli, lontano da ogni stereotipo, raccontando il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso una narrazione viscerale, in bilico tra denuncia sociale e poesia visiva. Tratto da un vero fatto di cronaca, il film racconta la vicenda di Vito, un bambino di dodici anni che, rimasto solo dopo l’arresto del padre, precipita nella spirale della criminalità.

Il film affronta con lucidità e profondità temi come la violenza, la solitudine e la disperata ricerca di un’appartenenza, con un cast di giovani attori non professionisti dalla straordinaria naturalezza. Il restauro 4K, eseguito nei laboratori di Cinecittà, ha restituito al film la sua qualità originaria, rimuovendo imperfezioni e ripristinando scene in dialetto napoletano che erano state alterate da sottotitoli in italiano. A dialogare con il Maestro Antonio Capuano ci saranno: Alberto Castellano, saggista e critico cinematografico, (altro ritorno alla festa dei folli dopo 21 anni) e Paola Pagliuca, formatrice e docente

VITO E GLI ALTRI

Nella notte di Capodanno il dodicenne Vito perde tutta la sua famiglia: suo padre uccide la madre e suo fratello, decidendo di risparmiarlo e poi di costituirsi alla polizia. Il ragazzo va a vivere dalla zia Rosetta e dal marito, un fabbricante di fuochi d’artificio. Per tirare avanti Rosetta è costretta a spacciare servendosi della figlia e di Vito, il quale spende le sue giornate rubando e prostituendosi, finché non viene arrestato mentre sta consegnando una partita di droga.

In riformatorio, durante i sette mesi di reclusione, viene abusato dai compagni di cella più grandi di lui. Scarcerato per l’illegittimità del suo arresto (avendo solo dodici anni), Vito si sente immune davanti alla legge e più sicuro di sé, sebbene viva incubi notturni che riguardano le sevizie subite. Per Vito il destino sembra segnato…continua la sua educazione criminale che lo porta a diventare un giovane sicario della camorra.

Il regista Antonio Capuano

Fra le voci più originali del grande schermo in Italia, Capuano è autore di un Cinema schietto e privo di ipocrisie, sin dal suo esordio alla regia con Vito e gli altri, vincitore della Settimana Internazionale della Critica alla Mostra di Venezia nel 1992. Con Pianese Nunzio 14 anni a maggio (1996), La guerra di Mario (2005) e L’amore buio (2010), il regista partenopeo continua a raccontare l’infanzia e l’adolescenza ma anche la violenza, la bellezza e l’unicità delle storie che animano la città di Napoli e i suoi personaggi.

Con Polvere di Napoli (1998), film a episodi scritto assieme al futuro Premio Oscar® Paolo Sorrentino, Capuano omaggia un capolavoro come L’oro di Napoli di Vittorio De Sica ma allo stesso tempo mostra la deriva della sua città. Con Luna rossa (2001) denuncia con forza il mondo della criminalità mostrando gerarchie e riti di una famiglia di camorristi, mentre in Bagnoli Jungle descrive il degrado sociale e ambientale attorno alle rovine del noto complesso siderurgico dell’Italsider.

Nel 2020, con Il buco in testa, il regista rilegge gli anni di piombo attraverso gli occhi di una quarantenne, figlia di un vice brigadiere ucciso dagli autonomi nel 1977. Nel 2022 gli è stato conferito il David Speciale dall’Accademia del Cinema italiano.

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