Sharon Caroccia, la giovane neomelodica e “Il cratere” che ha sorpreso Venezia – l’intervista
Ha 15 anni Sharon Caroccia e una voce potente dalle tonalità soul che la rende una mosca bianca nell’universo neomelodico napoletano.
Prima della 74a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia la sua fama era dovuta unicamente alle doti canore: da qualche mese, dopo la presentazione del film IL CRATERE alla 32a Settimana Internazionale della Critica, ci si chiede se l’opera girata da Silvia Luzi e Luca Bellino possa aver fatto scoprire una nuova attrice.
I critici, solitamente spietati, hanno apprezzato le interpretazioni di Sharon e di suo padre Rosario, protagonisti del film che racconta la storia di un padre e di una figlia alle prese con una favola al contrario, una lotta contro una sorte infame da cui sfuggire, a cui ribellarsi a tutti i costi.

Di ritorno dalla Mostra di Venezia la giovane cantante/attrice ci ha parlato di questa sua prima esperienza cinematografica.
Sharon, cosa hai pensato quando ti hanno proposto di girare il film? Fare Cinema era già tra i tuoi obiettivi?
Non mi sarei mai aspettata una proposta del genere! Lì per lì non ho capito bene di cosa si trattava perché non lo avevo mai fatto, poi però con Luca e Silvia si è creato un rapporto bello, sono diventati parte della nostra famiglia, e allora tutto è diventato semplice. Mi sono divertita e ho imparato tante cose nuove.
Come descriveresti il personaggio che interpreti? Chi è la Sharon de IL CRATERE?
La Sharon del film è molto diversa da me, ma ha anche delle cose vere del mio carattere, come per esempio la passione per la musica, la voglia di giocare con gli amici. Però rispetto a me lei è una ragazzina molto silenziosa e con un carattere più cupo del mio.
Lei sa che i sogni della sua famiglia e soprattutto di suo padre sono riposti in lei. Ho dovuto imparare la tristezza e a tirare fuori le lacrime.. Io non piango mai, sono allegra. Quello è stato difficile.
Tuo padre Rosario ha collaborato alla sceneggiatura, ed è protagonista con te: quanto c’è di autobiografico ne IL CRATERE? Le eventuali similitudini della storia con la tua vita reale ti hanno aiutato ad affrontare questa prima esperienza da attrice?
Mio babbo ha collaborato con Silvia e Luca dando delle idee o dei suggerimenti che poi i due registi hanno ascoltato. IL CRATERE di vero ha solo l’auto-banco dei miei genitori, cioè il camion dei pupazzi che usano per andare alle fiere, è il loro vero lavoro. Poi ovviamente il fatto che io canto. Tutto il resto del film è inventato, ma per esempio il fatto che i registi hanno scelto di ambientare le scene nella mia vera casa mi ha messo più a mio agio.

Hai appena 15 anni, eppure hai già molto seguito di fans e ora sei protagonista di un film presentato alla Mostra di Venezia, uno dei Festival cinematografici più importanti: il successo, raggiunto quando si è adolescenti, può diventare ossessione e il talento trasformarsi in condanna come capita al personaggio che interpreti. Cosa pensi a riguardo? Hai paura degli effetti della fama?
Il Festival di Venezia per me è stata un’esperienza bellissima e emozionante, non potevo immaginare com’era, io non ero stata neanche mai a Venezia! Lì al Festival è tutto veloce, ci sono tanti giornalisti che vogliono parlare con te, c’è il tappeto rosso con gli attori famosi, ci sono gli applausi del pubblico che ha visto IL CRATERE, tantissimi applausi!
Io però non posso dire di essere famosa, questa strada inizia adesso e mi hanno chiamato per alcuni provini. Per adesso quindi gli effetti di tutta questa attenzione su di me sono solo positivi, io sono sempre la stessa, vado a scuola, sto con le amiche, canto. Tutto uguale a prima, non mi fa paura, anzi mi diverto.
Nel Cinema in generale e ancor di più in quello napoletano ci sono numerosi film musicali, interpretati da cantanti che poi hanno intrapreso carriere cinematografiche: ti piacerebbe continuare a percorrere parallelamente sia la strada musicale che quella cinematografica?
Certo! Io non dimentico da dove vengo, Napoli è casa mia e la musica è la mia passione. Se avrò la possibilità di continuare nel cinema sono felice, è un’esperienza che mi piace fare. La strada di cantante neomelodica e quella di attrice possono andare insieme, è questo il bello no?

Ti piace andare al cinema o preferisci guardare i film a casa? E quali sono i tuoi film preferiti?
Io amo i film di paura, quelli che ti tengono col fiato sospeso e ti lasciano un nodo qua nello stomaco. Li guardo a casa con i miei fratelli. Al cinema non vado spesso, ma quando ci sono i cartoni corro a vederli.
Giri molto per Napoli e la Campania per concerti, eventi e cerimonie, e questo ti consente di conoscere tanta gente e di vedere molti posti: che idea ti sei fatta della tua terra e dei tuoi concittadini?
La mia terra è meravigliosa, sia per quanto riguarda il paesaggio sia per le persone. Io incontro tante bellissime persone che lavorano onestamente e tirano avanti la famiglia. Sono innamorata di Napoli e della Campania, per me è il posto più bello del mondo.
Sei considerata una delle migliori cantanti emergenti nel panorama canoro napoletano, e di certo una di quelle con lo stile più moderno tra i cosiddetti neomelodici: in ambito musicale hai qualche sogno per il tuo futuro?
Il mio sogno è quello di poter continuare a cantare, a far divertire il pubblico, a farlo ballare e a regalare emozioni. E’ una cosa che mi piace fare e che mi riesce senza fatica. Poi c’è l’altro sogno, quello di recitare… ma è un sogno nuovo che è nato con questo film.
Quando ho visto per la prima volta IL CRATERE non mi sono riconosciuta, non pensavo di poter fare quelle cose, e non pensavo che il pubblico poteva battere così tanto le mani proprio a me che non lo avevo mai fatto. Sono contenta perché nel film oltre a recitare canto, e questa è una bella soddisfazione anche per la mia carriera musicale.

