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“Il Vangelo secondo Ciretta” – il “morbo” della gentrificazione in una Napoli credente e solidale

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L’autrice e regista tedesca Caroline von der Tann, grazie alla produzione di Parallelo 41, ha girato a Napoli un documentario che racconta la storia di Ciro Granada, per tutti Ciretta, un giovane immerso in un mondo di religione, fantasia e invenzione che adora, fin dall’infanzia, la Madonna Addolorata nonostante il suo passato di prostituzione e un rapporto molto creativo con la verità. Condivide la casa di fortuna, un teatro temporaneamente chiuso nel centro storico di Napoli, con Angelo Giordano, un anziano senzatetto.

A sostenerlo ci sono gli artisti affittuari del teatro Perzechella (Giuseppina Andelora) e Capitano (Angelo Picone), una coppia di animatori sociali e culturali che durante l’isolamento del Covid-19 ha aiutato poveri e senza-dimora con un “panaro” calato dal balcone. L’incontro con un mondo fino a quel momento a lui sconosciuto, lascia un segno profondo in Ciretta. Dotato di una voce eccezionale e di un talento straordinario, organizza una grande processione per la sua amata Madonna e raccoglie fondi vendendo accendini e cantando e recitando per le strade. Il desiderio è commissionare a rinomati artigiani delle statue a grandezza naturale della Addolorata e del Cristo morto.

Poi la notizia devastante: la casa-teatro è stata venduta e il nuovo proprietario vuole trasformarla nell’ennesimo B&B del centro storico di Napoli. Perzechella e Capitano iniziano a lottare contro il loro imminente sfratto. Dopo la bellissima e toccante processione organizzata da Ciretta, Perzechella allestisce una piccola produzione di cioccolato nel teatrino per guadagnare un po’ di soldi. In attesa dello sfratto, la preoccupazione principale di Ciretta è quella di sapere dove andrà la sua Madonna. Riusciranno nel loro tentativo di contrastare lo sfratto? L’antica Napoli potrà sopravvivere in un mondo nuovo, caratterizzato dal turismo e dalla speculazione immobiliare?

Il Vangelo secondo Ciretta, in un intreccio di tradizione, passione e speranza, è una tanto coinvolgente quanto amara parabola a metà tra il sacro e il profano nella contemporaneità di una Napoli credente e solidale afflitta dal fenomeno della gentrificazione.

Caroline von der Tann: “Il Vangelo secondo Ciretta è una testimonianza della mentalità e lo stile di vita di quella Napoli antica che sta per scomparire

Il film è un classico documentario character driven. Tutto ruota attorno alla forte e carismatica figura del protagonista. Ciretta potrebbe venderti qualsiasi cosa, anche l’impossibile: il ladro buono! Un super Santo! Nel film si materializza il messaggio cristiano tra poveri, senzatetto, prostitute. Non con il dito giudicante di un vecchio prete, ma dalla prospettiva di Ciretta, folgorante popstar dello spettacolo che suscita curiosità e stupore in tutte le fasce d’età. Ciretta, talentuoso, spiritoso e intelligente, personaggio contraddittorio e intrigante, è il centro del mio film.

Avendo 20 anni, Ciretta è parte integrante della generazione dei social media. Durante le riprese infatti ignora costantemente la regola ferrea di non fare caso alla telecamera e si rivolge continuamente alla regista e all’operatore attraverso l’obiettivo. Interagisce con tutti i tipi di mezzi audiovisivi con spontaneità e disinvoltura, creando così uno stile diretto. Ciretta è un talento naturale e in costante flirt con la macchina da presa. Se ciò potrebbe rasentare un problema per un documentario di stile classico, in questo caso crea consapevolmente un nuovo look dinamico che dialoga benissimo con l’era dei social media. Il concetto visivo rispecchia quindi i protagonisti: vivido, vicinissimo all’azione e pieno di intensa emotività.

L’antica città mediterranea di Napoli suscita attualmente interesse in tutto il mondo, essendo lo scenario di una serie di blockbuster di grande successo nel cinema e nella letteratura. In parte paradiso, in parte inferno, attraente e ripugnante allo stesso tempo, è il palcoscenico ideale per il dramma umano che si inscena quotidianamente.

Tra le strade secondarie e nei bassi del centro storico della città, si susseguono infatti momenti cinematografici accuratamente costruiti che giocano con la luce e l’ombra, il divino e il profano. Presentata come una fiaba mistica ambientata tra il reale e l’immaginario, la storia segue una decisione consapevole di evitare l’immagine-cliché di Napoli come capitale di Gomorra. Anche se questa realtà ovviamente esiste, è diventata troppo predominante nella narrazione di Napoli, trascurando la sua immensa qualità poetica e culturale.

La fotografia del film cerca di sottolineare la dimensione poetica di Napoli. Il set principale, uno spazio teatrale temporaneamente chiuso, si vanta di possedere già naturalmente forti accenti di luce e ombra, conferendo al luogo una particolare intensità visiva che potrebbe essere stata rubata al famoso pittore seicentesco Caravaggio, altro personaggio “napoletano” perennemente tormentato da genio, religione e criminalità. Ma questo aspetto di Napoli, ricca di creatività, altruismo e improvvisazione, è a rischio.

La recente esplosione del turismo ha portato alla crescita esponenziale di case vacanza e B&B. Una crisi abitativa cronica e la lenta espulsione dei residenti autoctoni dal centro storico ne sono le conseguenze. Il film è quindi una testimonianza della mentalità e lo stile di vita di quella Napoli antica che sta per scomparire.

Caroline von der Tann

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