Crescere tra le immagini: prevenzione del bullismo e benessere psicologico attraverso il Cinema
A cura di Giorno Maria, psicologa e analista del comportamento
L’adolescenza rappresenta una fase di crescita complessa, caratterizzata da cambiamenti psicologici, sociali ed emotivi profondi. In questo delicato periodo della vita, i giovani spesso affrontano situazioni di vulnerabilità che possono portare a disagi psicologici, isolamento e talvolta a comportamenti antisociali, come il bullismo.
La scuola, in collaborazione con figure professionali specializzate, può giocare un ruolo fondamentale nel prevenire e contrastare queste problematiche, anche attraverso un metodo innovativo e coinvolgente: la visione e la discussione guidata di film.
L’arte cinematografica è uno strumento educativo e formativo di grande impatto, poiché permette ai giovani di confrontarsi indirettamente con problematiche comuni, ma spesso difficili da affrontare direttamente. Film che esplorano temi come il bullismo, l’esclusione, la resilienza e il senso di appartenenza possono divenire catalizzatori per una riflessione collettiva e personale, oltre che per momenti di condivisione e socializzazione. L’obiettivo è promuovere la consapevolezza e l’empatia, strumenti cruciali per lo sviluppo di relazioni sane e inclusive.
Film del panorama internazionale
Tra le pellicole particolarmente efficaci per affrontare questi temi troviamo Wonder di Stephen Chbosky, un film che racconta le difficoltà di un ragazzo con una malformazione facciale e il suo percorso di integrazione. The Perks of Being a Wallflower (Noi siamo infinito), sempre di Chbosky, esplora temi di isolamento, amicizia e crescita personale attraverso la storia di un adolescente introverso e delle sue sfide emotive.
Anche Freedom Writers di Richard LaGravenese è uno spunto prezioso per parlare dell’importanza della condivisione e della comprensione reciproca nel contesto scolastico. Infine, la visione di Inside Out di Pete Docter offre un’occasione unica per esplorare la consapevolezza emotiva, mentre Dead Poets Society (L’attimo fuggente) di Peter Weir invita a riflettere sulla scoperta di sé e sul significato di “carpe diem”.
Film del panorama nazionale e napoletano
Nel contesto italiano e napoletano, esistono diverse pellicole che risuonano con queste tematiche, grazie anche alla vicinanza culturale e alla capacità di parlare delle realtà locali. La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi, ispirato al romanzo di Roberto Saviano, esplora la realtà adolescenziale nei quartieri difficili di Napoli, dove amicizia e identità si confrontano con pressioni sociali e criminali, stimolando riflessioni sul valore delle scelte e sulle dinamiche relazionali.
Scialla! (Stai sereno) di Francesco Bruni racconta le difficoltà di un adolescente nel gestire le relazioni scolastiche e familiari, affrontando temi come la ribellione e l’importanza degli adulti di riferimento. Io non ho paura di Gabriele Salvatores, ambientato nel sud Italia, tocca il valore dell’amicizia e della giustizia attraverso la storia di un bambino che scopre un suo coetaneo prigioniero, utile per discutere di solidarietà e integrazione.
Infine, Il ragazzo invisibile, sempre di Salvatores, rappresenta una metafora della ricerca di identità e dell’accettazione sociale, utilizzando il linguaggio della fantasia per esplorare il tema dell’emarginazione e del bullismo.
Riflessioni e supporto professionale
La proposta di un percorso educativo che includa momenti di brainstorming e riflessione sui temi evocati dal cinema può avvalersi della collaborazione di esperti di cinema, psicologi e insegnanti che aiutino a decodificare i messaggi simbolici dei film, affrontando tanto gli aspetti tecnici quanto quelli emotivi. Il cinema diviene così uno strumento di mediazione, favorendo una maggiore apertura verso il dialogo.
Psicologi e pedagogisti come Lev Vygotskij, con il suo approccio sull’apprendimento sociale, e Bruno Bettelheim, che riconosce il valore catartico delle storie nella formazione dell’identità, supportano l’uso del cinema come veicolo educativo. Anche autori come Jean Piaget e Jerome Bruner hanno sottolineato l’importanza di stimolare la riflessione attraverso narrazioni e simbolismi, processi che permettono ai ragazzi di sviluppare competenze introspettive e di autoanalisi.
Un simile approccio didattico, centrato su attività di gruppo e riflessioni individuali, può favorire una maggiore coesione sociale tra i ragazzi, prevenendo episodi di bullismo e promuovendo il benessere psicologico. Questa forma di educazione trasversale permette ai giovani di confrontarsi con temi difficili in un ambiente protetto, dove l’arte cinematografica diviene un ponte tra l’esperienza personale e quella collettiva.
Bibliografia:
- Bettelheim, B. (1976). Il mondo incantato. Il Mulino.
- Vygotskij, L. S. (1980). Pensiero e linguaggio. Laterza.
- Fisher, S., & Vojtko Rubright, J. (2011). Using films in adolescent therapy: Best practices in
providing social and emotional learning. - Piaget, J. (1954). La nascita dell’intelligenza nel bambino. La Nuova Italia.
- Bruner, J. (1996). La cultura dell’educazione. Nuovi orizzonti per la scuola. Feltrinelli.