“Il ladro di cardellini” di Carlo Luglio
“Il ladro di cardellini” è un film di Carlo Luglio con un cast affiatato e straordinario: protagonista è un bravissimo Nando Paone affiancato da Ernesto Mahieux, Pino Mauro, Gigi De Luca, Viviana Cangiano, Tonino Taiuti, Lino Musella, Giovanni Ludeno, Antonella Attili, Vincenzo Nemolato, Yulia Mayarchuk.
Prodotto da Bronx Film, Minerva Pictures, PFA Films insieme alla Rai, “Il ladro di cardellini” nasce da un soggetto che Carlo Luglio ha sviluppato con Massimiliano Virgilio, Diego Olivares (autore anche della sceneggiatura) e Annarita Altieri Pignalosa su un tema trattato in suo documentario qualche anno prima, “Cardilli addolorati“.
La trama
Una guardia forestale di un paese del sud Italia viene licenziata perché cattura e vende uccellini di frodo. Quando torna nel suo paese dovrà risolvere sia i propri problemi con una figlia obesa, cantante in sagre di paese con il proprio compagno sfaccendato, che per la propria sopravvivenza e i vizi a cui è dedito: gioco d’azzardo e legame paranoide con la moglie morta ormai da tempo.
Unitosi a una banda di vecchietti scalcinati capeggiata dal suocero, li inizia a seguire durante le fasi di una truffa con camuffo di rarissimi e pregiatissimi cardellini bianchi che potrebbe farli svoltare e arricchire. Ma soprattutto un matrimonio con una badante rumena combinato dalla figlia per risollevare le sorti familiari dopo che l’uomo è stato colpito da un infarto, cambieranno la sorte di Pasquale che finalmente si riappropria della propria vita liberandosi di tutte le gabbie che lo hanno reso una sorta di burattino .
Insieme ai Cardellini del maltolto volerà via ogni illusione.
Un contesto caratterizzato da un tono iperrealista che attraverso le peripezie strampalate di questi personaggi sui generis, ci trascina in un’avventura-statica ma carica di progetti e di strani sogni per chi sa aspettare in silenzio come Pasquale. O per chi parla-cinguetta di continuo con tono colorito, proprio come gran parte di questa umanità bislacca che cerca in questo modo di esorcizzare l’ imminente fine. Ma ambo i fili ci lasciano imbattere nel percorso di liberazione del protagonista dalle proprie gabbie mentali e reali in cui non sarà difficile identificarsi.
Un ritratto di un’umanità crepuscolare e dalle tinte forti che con fierezza e calore si distacca dall’oleografia con cui spesso si rappresenta, nel bene o nel male, il nostro Sud a mo’ di una fucina di modelli stereotipati. Un sud che se invece si ferisce cambia pelle e non si dispera. E ancora, un sud qualsiasi del mondo che non si piange addosso e si rimbocca le maniche per farci ascoltare i suoi sapori ed i suoi umori più profondi.
Dei personaggi che pulsano vitalità da ogni poro e una macchina da presa che li seguirà dapprima con occhio entomologico pedinandoli nel loro andazzo quotidiano piuttosto statico e chiuso in se stesso e che poi, con il crescere delle situazioni en plein air, inizia con movimenti dal più ampio respiro a evidenziarne la luce e lo spiccare il volo del protagonista e il rapporto sempre più simbiotico di tutta la combriccola con il mondo agreste.
Musica diegetica e canti di uccellini si fondono in un unico tappeto sonoro che accompagna le imprese dei nostri prodi e, in particolare, quelle di Pasquale e di Attilio, il minuscolo tabaccaio, fino al lirico finale di fronte alle pale eoliche che si stagliano minacciose su una collina dove si ritrovano fortuitamente come dei novelli Don Chisciotte e Sancho Panza impotenti di fronte al destino che incombe.
Il regista Carlo Luglio e il suo “Ladro di cardellini“
In un luogo non meglio definito del Mediterraneo, caratterizzato dalla routine della vita di paese e da una più desueta vita agreste in cui ci si diletta a sbarcare il lunario attraverso il bracconaggio di uccellini per uso domestico, la parabola del quasi pensionato e segaligno Pasquale Cardinale, prende una piega del tutto inaspettata quando finisce a confrontarsi con un gruppo di ultra settantenni scriteriati che non smettono di cercare l’elisir per preservare un’eterna giovinezza…Il loro pretesto è quello di avventurarsi in terre e mercati clandestini onde seguire la passione per i cardellini che altri non è che quella, più o meno dichiarata, per una vita piena e ancora attiva.
E, infatti, per dare vigore alle loro esistenze ormai appannate fanno uso di strani antidepressivi artigianali. Da un altro lato Pasquale, dopo il licenziamento da guarda forestale, è invece sempre più legato al fantasma della sua consorte defunta da 15 anni, al vizio del gioco d’azzardo e alla presenza massiccia della propria figlia sovrappeso ed in cerca di identità e del di lei sfaccendato fidanzato non poco invadente. Lo specchiarsi attraverso queste tre traiettorie che egli incrocia nel quotidiano, non fanno altro che evidenziare a chi lo frequenta quanto sia scollato dalla realtà.
Il “viaggio” iniziatico di questo uomo qualunque, ma con una natura tutta sua, diventa dunque emblematico di una condizione esistenziale che aleggia tra tutti coloro che giunti in prossimità dell’inizio del crepuscolo, si trovano a reinventarsi una vita onde affrancarsi da un’apparente stabilità dentro cui ci si rifugia mentre la vita scorre via. Fortuna che nonostante, o proprio a causa di, alcuni eventi catastrofici: il licenziamento dalla forestale, la ludopatia che lo porta ad essere sempre più schiavo dei debiti, un infarto durante le parate di frodo agli uccellini che lo hanno portato a frequentare la combriccola di cariatidi e un matrimonio combinato dalla figlia con una rumena, Pasquale ritrova quella tempra perduta da decenni che gli permetterà di spiccare il volo come i cardellini di questo mondo circostante quasi fiabesco.
Una seconda chance è forse in arrivo e, se saprà coglierla, potrà restituirgli ciò che di meglio si era privato per un lungo lasso di tempo: la gioia di vivere.
Carlo Luglio