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32 DICEMBRE di Luciano De Crescenzo, ovvero…”il tempo non esiste”

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Esistono film indimenticabili e diventati cult per prove d’attore, per stile registico, per battute, e altri che restano per sempre nella memoria perché regalano pillole di saggezza, di vera e propria filosofia oltre a diventare, col passare degli anni, fonte inesauribile di insegnamenti di vita e di Storia. Tutto il Cinema di Luciano De Crescenzo è indimenticabile proprio per la filosofia che si respira nelle sceneggiature, per la saggezza intellettuale e popolare che viene fuori dai personaggi da lui disegnati.

32 DICEMBRE, che non può essere certo definito un’opera cinematografica tra le migliori, è un film indimenticabile perché racchiude in sé numerose gemme di filosofia e saggezza. Uno di questi momenti eccezionali (in I penultimi fuochi) è nella scena del dialogo al bar tra il disoccupato interpretato da Enzo Cannavale e l’avventore Riccardo Pazzaglia: tra la malinconia e l’umorismo partenopeo, tra il vittimismo e l’orgoglio tutto napoletano si parla di Storia, di disoccupazione, di vergogna, di cultura, di religione, della convenzione del festeggiare anche quando si ha poco o nulla da festeggiare in un confronto a tratti oleografico a tratti impietoso ma forse soprattutto con intento paradossale tra due Napoli e due delle numerose sfaccettature della napoletanità.

Ispirato al libro “Oi dialogoi“, 32 DICEMBRE è un film del 1988 scritto, diretto e interpretato da Luciano De Crescenzo. Divisa in tre episodi, Ypocrites , La gialla farfalla e I penultimi fuochi, la pellicola ha come filo conduttore il tempo oltre alla presenza in tutti e tre i frammenti dello scrittore-regista partenopeo che interpreta personaggi emblematici e illuminanti:

«Il passato non è più, il futuro non è ancora: il presente come separazione tra due cose che non esistono, come fa ad esistere? » (Lo psichiatra in Ypocrites)

«Esiste un tempo esterno ed un tempo interno. Il tempo esterno è quello degli orologi, quello dei calendari, ed è uguale per tutti. Il tempo interno invece è un fatto personale nostro, è come il colore degli occhi, come il colore dei capelli, ci appartiene ed è diverso da persona a persona. Ecco perché ci sono persone che magari hanno 50 anni, 60, 70 anni e hanno l’impressione di averne 20. La verità è che non si tratta di un’impressione, ma veramente ne hanno 20. » (Il prete in La gialla farfalla)

«Alfo’ il problema è uno solo, non esiste il tempo! » (L’astronomo in I penultimi fuochi)

Gli episodi

YPOCRITES

con Luciano De Crescenzo, Benedetto Casillo, Sergio Solli, Grazia Scuccimarra, Gerardo Scala, Silvio Ceccato, Roberta Orlandi

Roma. Il cavalier Sanfilippo si crede Socrate ed è stato appena dimesso dal manicomio; la moglie scrittura due comparse di Cinecittà per impersonare Aristippo e Antistene, discepoli del filosofo. Tutta la famiglia collabora: la moglie si finge Santippe e la domestica Mirto, la concubina; ogni personaggio indossa il costume adatto. Guida l’operazione, da una stanza dell’appartamento, uno strano psichiatra, che si diverte a disorientare i due malcapitati attori, dimostrando loro la relatività del concetto di presente, passato e futuro. I discepoli assecondano le stranezze di Socrate fin quando quest’ultimo rivela loro di non essere pazzo affatto: la matta è sua moglie, colei che si finge Santippe, ed egli la asseconda per amore. Saverio e Salvatore, disorientati, chiedono lumi allo psichiatra che confessa che i pazzi sono sia il cavaliere che sua moglie; ma non basta, perché alla fine la domestica rivela ai due attori che il vero pazzo è lo psichiatra, che è in realtà il cugino della signora e di giorno in giorno adotta vari travestimenti: psichiatra, prete, astronomo

LA GIALLA FARFALLA

con Luciano De Crescenzo, Renato Scarpa, Vanessa Gravina, Caterina Boratto, Massimo Serato, Patrizia Loreti, Nuccia Fumo, Nunzia Fumo, Silvia Annichiarico, Riccardo Cucciolla

Carlotta, una nonna di 65 anni, ancora bella, ma soprattutto giovane di spirito, col suo coetaneo e innamorato Ferruccio va a trascorrere una vacanza segreta a Capri, poi decide addirittura di sposarlo, gettando nello scompiglio la famiglia (e soprattutto la nuora), che teme di perdere la futura eredità e agisce quindi in modo da privarla dei suoi averi. Però Carlotta, aiutata dalla nipotina Mimma, riuscirà con un tranello a farsi dare 50 milioni e partirà per Parigi col suo amato.

I PENULTIMI FUOCHI

con Enzo Cannavale, Luciano De Crescenzo, Benedetto Casillo, Sergio Solli, Tommaso Bianco, Franco Javarone, Peppe Lanzetta, Renato Rutigliano, Antonio Allocca, Riccardo Pazzaglia

A Napoli, un disoccupato, Alfonso, il 31 dicembre è molto amareggiato perché, non avendo denaro, non può esaudire il grande desiderio dei figli di comprare, per quella notte, i botti. Ha infatti trascorso invano l’ultima giornata dell’anno alla ricerca di qualcuno che gli prestasse 100mila lire. Dopo aver ottenuto una serie di rifiuti da alcuni amici, Alfonso si rivolge al fratello, il quale è ben disposto a prestargli 100mila lire, a patto che si faccia umiliare davanti ad amici e parenti, nella famigerata “mezz’ora”, raccontando come ha sperperato l’eredità che gli aveva lasciato il defunto padre.

Alfonso, come al solito, non riesce a superare la mezz’ora sopportando l’umiliazione, e torna a casa senza aver comprato i botti per i suoi figli che, a mezzanotte, mentre tutta la città fa festa coi fuochi artificiali, vanno a letto piangendo. Ma il papà ha promesso loro che, non appena avrà i soldi, festeggeranno il Capodanno, in un giorno qualsiasi. E il 12 gennaio mantiene la promessa e la sua famiglia spara “i botti” quella notte. Dopo quegli atipici fuochi per un capodanno a “scoppio” ritardato, Alfonso viene denunciato da un vicino per schiamazzi notturni, ma si salva grazie ad un colpo di genio: il vicino che lo ha denunciato è il questore Caradonna, che la notte di Capodanno aveva fatto anch’egli esplodere fuochi d’artificio, cosa, a norma di legge, vietata sempre, senza eccezioni…una mano lava l’altra…a dimostrazione che il tempo non esiste.

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